Certificazioni Energetiche

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martedì 8 giugno 2010

Convegno: BIOD coltivare la biodiversità.


Il "Progetto Biodiversità" della Provincia di Milano nasce nel 2001, con lo scopo di tutelare l'unica razza bovina autoctona lombarda e le produzioni agricole da essa ottenute, prendendo spunto dalle statistiche della F.A.O. che indicavano la scomparsa di 2200 razze domestiche di allevamento nei successivi 20 anni.
All’avvio del progetto biodiversità si contavano circa una sessantina di capi di razza Varzese, contro gli oltre quarantamila presenti all’inizio degli anni ’60.
La fase iniziale del progetto ha previsto una serie di valutazioni di carattere zootecnico, necessarie per evitare errori clamorosi nella creazione di una mandria di varzesi.
Partendo da pochi soggetti, il forte rischio di consanguineità e deriva genetica ha imposto una preliminare ricognizione della disponibilità di materiale riproduttivo. Accertata la presenza di un discreto numero di dosi di seme, appartenenti a sette tori differenti, realizzate negli anni ’80 e crioconservate presso i depositi delle associazioni provinciali allevatori, è stata stipulata con la Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano, una "Convenzione di collaborazione scientifica per la tipizzazione genetica di soggetti di razza Varzese". E’ stato campionato il maggior numero possibile di soggetti allevati e tutte le paillettes di seme disponibili. Su tutti i campioni è stata condotta l’analisi parentale del DNA mediante tipizzazione con marcatori genetici (13 microsatelliti). Si è evidenziata una differenza tra la popolazione presente negli anni ’80 (corrispondente ai maschi campionati come paillettes) e quella attuale (costituita dalle femmine e dai tori in attività). La popolazione degli anni ’80 è risultata essere in equilibrio genetico, quindi evidentemente correttamente campionata da una popolazione molto ampia e diversificata. La popolazione attuale non è risultata in equilibrio anche se con bassi livelli di omozigosi.
Il basso livello di omozigosi, l’alta variabilità e la disponibilità di maschi (sia vivi che paillettes) poco consanguinei tra loro, fornisce un valido materiale che consente di poter operare con ottimismo per il recupero e la selezione della razza.
Con i risultati dello studio compiuto, è stato possibile pilotare gli accoppiamenti evitando la nascita di "fratelli pieni".
Contemporaneamente in collaborazione con l’Associazione Italiana Allevatori (A.I.A.) si è stabilito di iniziare una nuova stagione di prelievo e stoccaggio di materiale genetico proveniente da tori appartenenti alle nuove generazioni. L’obiettivo era quello di ampliare la possibilità di scelta da parte dell’allevatore, mantenere costante la riserva di seme conservata e utilizzare riproduttori con caratteristiche genetiche e morfologiche certe. Così, in data 25/06/2008, sono state realizzate 480 dosi appartenenti a un toro allevato in provincia di Milano.
L’attività di ricerca di riproduttori è proseguita e a distanza di circa due anni dalla prima esperienza è stato individuato un nuovo soggetto di particolare valore genetico che, a breve, sarà sottoposto a prelievo di materiale seminale.
Da due capi iniziali, oggi sul territorio milanese ve ne sono 100 che rappresentano circa il 30% dei capi esistenti.
In futuro l’attività dovrà concentrarsi sulla gestione dei piani di accoppiamento preparati da A.I.A., tendendo all’aumento dei capi, alla riduzione della consanguineità e, solo successivamente, esercitando una minima pressione selettiva tesa al miglioramento dei parametri produttivi.


Per approfondimenti sono consultabili le pagine tematiche del sito della Provincia di Milano Agricoltura.





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Programma Convegno (900 KB)





Fonte Provincia di Milano







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